L’assistenza alla persona con disagio psichico

La malattia psichica può essere vista come un disturbo della sfera relazionale, comportamentale, cognitiva o affettiva, in quanto rende difficile e può bloccare lo sviluppo psichico della persona. 

In psicologia e psichiatria è una condizione patologica ed è sufficientemente forte da rendere problematica l’integrazione sociale e può causare una sofferenza personale soggettiva. 

Quando il disagio diventa importante, duraturo e invalidante si parla spesso di malattia mentale.

Le malattie mentali sono dunque alterazioni psicologiche e/o comportamentali relative alla personalità dell’individuo che provocano pericolo o disabilità e non fanno parte di un normale sviluppo psichico.

Il malato ha sintomi fisici, disfunzioni relazionali, problemi di tipo cognitivo/emotivo. 

Le principali sindromi oggetto di studio della psicologia e della psichiatria sono la nevrosi e la psicosi.

 La nevrosi è considerata come un disturbo funzionale e quindi non conseguenza di una lesione anatomica, che realizza a livello soggettivo uno stato di malessere rappresentato come disagio o sofferenza psichica che si riflette spesso nelle relazioni con l’ambiente. 

Il paziente nevrotico è ben consapevole della sua situazione ma non riesce a far a meno di comportarsi in tal modo. 

È questa una delle differenze tra un utente nevrotico ed uno psicotico (al quale non appartiene tale capacità).

Sintomi della nevrosi:

  • Sintomi psichici (per es. ansie, fobie, ossessioni)
  • Sintomi vegetativi (per es. tachicardia, disturbi gastrointestinali, sudorazione)
  • Sintomi comportamentali (per es. incertezza, insicurezza)

Si distinguono quattro tipologie di nevrosi:

  • Nevrosi isterica: La sintomatologia è varia e mutevole. Si trova in tratti di personalità facili da suggestionare e con una sensibilità estrema.
  • Nevrosi ossessiva: L’aspetto essenziale della nevrosi ossessiva è l’ossessione che implica la presenza di pensieri ed azioni irrefrenabili tanto da non poter essere controllati dal soggetto (per es. immagini che non si riescono a scacciare dalla mente, idee ossessive che obbligano il soggetto a sottostare a comportamenti illogici, impulsi forzati che costringono il soggetto ad azioni aggressive e sconvenienti).
  • Nevrosi fobica: Il sintomo principale è un’irrazionale ed ingiustificato timore per situazioni definite normali.
  • Nevrosi ansiosa: Questa diventa nevrotica quando è particolarmente intensa e sproporzionata rispetto alla situazione.

Per psicosi si intende un disturbo molto grave in cui si riscontra una frattura tra il soggetto e la realtà; infatti, il soggetto non è consapevole del suo rapporto con la realtà.

Le capacità cognitive come la vita affettiva risultano ridotte, i meccanismi di difesa non funzionano più adeguatamente e le capacità di adattamento sono deboli.

I disturbi psicotici di solito esordiscono durante l’adolescenza e nella prima età adulta ma non sono state ancora identificate le cause che generano la psicosi anche se è ampiamente diffusa l’ipotesi che siano interessati fattori biologici, genetici, psicologici e sociali. 

Si presume che tali fattori, in alcune persone, possano creare una vulnerabilità a sviluppare i disturbi psicotici e tale vulnerabilità in condizioni di stress molto forte o cronico può permettere l’insorgere e l’espandersi di tali disturbi.

Le principali forme di psicosi sono:

  • Schizofrenia: Questa è caratterizzata da una dissociazione della personalità e delle altre attività psichiche fondamentali, inoltre, sono presenti delirio, allucinazioni, disordine percettivo, ideativo e comportamentale.
  • Disturbo delirante paranoico: Questo è caratterizzato da una forma di delirio cronico basato su credenze illusorie che il soggetto crede vere e che cambiano il suo approccio con la realtà.
  • Psicosi maniaco-depressive: Queste sono caratterizzate da squilibri del tono dell’umore in senso depressivo e in senso espansivo.
  • Depressione: Questa è caratterizzata da un grave abbassamento del tono dell’umore con un sentimento di penosa tristezza e sofferenza accompagnata spesso da un’inibizione motoria.
  • Manie: Queste sono caratterizzate da uno stato di ipereccitazione delle funzioni psichiche.

Non c’è da stupirsi dunque di scatti di aggressività improvvisi o di stati depressivi dell’assistito, in quanto rappresentano i sintomi della malattia stessa.

La relazione con la famiglia incide fortemente sul paziente sia sullo stato emotivo sia sulle possibilità di recupero, anche se spesso, il malato psichico viene ospedalizzato proprio perché la famiglia non riesce a gestirlo e non riesce a sostenere l’assistenza a casa. 

L’operatore deve essere un’occasione di contatto sociale per il malato, deve anche sostenere la famiglia e inoltre, l’operatore è uno degli osservatori del paziente per cui contribuirà alla comprensione e al trattamento efficace del caso.

Il trattamento della psicosi cerca di intervenire sul danno organico che non permette un’attività cerebrale fluida, generalmente soprattutto nelle fasi acute il trattamento è di tipo farmacologico al quale è fondamentale associare un intervento psicoterapeutico-riabilitativo che agisce sui conflitti che stanno alla base del disturbo psichico per ristabilire un rapporto con la realtà.

Ricorda una carezza, un abbraccio o un bacio possono fare tanto.