La perdita di appetito (Anoressia)
Con il termine perdita di appetito (anoressia) si indica l’assenza della sensazione di fame.
Una persona affetta da anoressia non desidera mangiare.
Al contrario, quando si è in presenza di un disturbo alimentare tipo l’anoressia nervosa o la bulimia nervosa, una persona ha la sensazione di fame ma limita l’apporto di cibo e vomita dopo i pasti, a causa del desiderio indiscriminato di perdere peso.
Generalmente un breve periodo di perdita dell’appetito è associato a quasi tutte le malattie improvvise.
L’anoressia prolungata o cronica si sviluppa invece solo nei soggetti che hanno una seria patologia come il cancro, l’AIDS, una grave insufficienza cardiaca, renale o epatica.
Anche i disturbi dell’area celebrale che controllano la fame possono causare l’anoressia.
L’anoressia è inoltre molto comune nei pazienti in fase terminale.
Questa condizione nella fase terminale di una malattia viene anche causata dall’assunzione di alcuni famaci come la digossina o la fluoxetina.
Nella maggior parte dei casi, la perdita di appetito si verifica quando il paziente ha un noto disturbo di base e questo è un segnale per il medico che qualche cosa non va.
Una volta analizzata e capita la causa questa viene trattata in base alla tipologia di malattia con le dovute cure mediche e vengono inoltre utilizzate delle misure che possono essere utili per combattere l’anoressia e aumentare l’appetito come, ad esempio, la preparazione dei piatti preferiti e un programma di pasti più flessibili, che permettono ad esempio di mangiare molto spesso, anche in piccole quantità nell’arco della giornata.
Se queste tecniche non funzionano, si passa alla somministrazione di specifici farmaci, come la ciproeptadina, che stimolano l’appetito del paziente.